CONVERSIONE DI IRIDE Conversione all’Islam.

CONVERSIONE DI IRIDE Conversione all’Islam.
Alhamdulillah

CONVERSIONE DI IRIDE Conversione all’Islam.

Conversione all'Islam
Conversione all’Islam

CONVERSIONE all’Islam.Mi chiamo Iride, (Sumaya nome musulmano che ho scelto) sono italiana e sono sempre stata cattolica praticante. Da piccola sono cresciuta tra famiglia, scuola e oratorio della chiesa. Ho sempre fatto parte del coro e ogni domenica mi piaceva cantare le canzoni al Signore. Ho fatto comunione, cresima e crescendo ho fatto parte di un gruppo di catechesi in cui si leggeva la Bibbia, il vangelo e si discuteva insieme. Ho avuto e tutt’ora ho amici preti con cui ho condiviso ogni tanto i miei pranzi o le mie cene quotidiane. L’Islam era lontano anni luce dal mio mondo. Se da una parte criticavo raramente “questi” musulmani venuti in Italia per dettare regole, dall’altra parte guardavo incuriosita “quelle” donne che portavano il velo. Mi chiedevo che storia ci fosse dietro ad ogni velo. Cosi cominciai a comprare libri/romanzi autobiografici di donne col velo. Leggevo con profondo interesse poiché comunque mi ha sempre affascinato ciò che è diverso da me. Nel frattempo, mi diplomai, iniziai a lavorare, mi sposai seppur con difficoltà e vivevo i miei spazi con stupore per le altre civiltà, per gli altri usi e costumi, per gli expat. Tendevo a circondarmi di libri di questo genere. Ho sempre continuato a frequentare la chiesa e ad amare il mio preziosissimo Gesù. Ero molto legata a Gesù. Ma quante cose della chiesa non mi andavano bene. Più ci riflettevo più capivo che molte cose non le condividevo ma amavo Gesù con tutta me stessa. Ricordo che quando ero solo una ragazza di 16 anni mi apparse in sogno Gesù che mi mostrava due strade di cui una era la sua e mi invitava a seguirlo. Da quel giorno, ci fu un periodo che ero intenzionata a farmi suora per rispondere alla chiamata di Gesù. Col passare del tempo quell’idea svanì dietro l’ombra delle cose materiali che avrei potuto perdere. Ero davvero pronta per tutto questo? Evidentemente no e nel mio cuore mi sentii come se avessi tradito Gesù. Il mio matrimonio procedeva tra alti e bassi, un po per causa del lavoro di mio marito, un po per le nostre idee opposte, un po’ perché non ha mai avuto un buon rapporto con la mia famiglia. Non riuscivo ad avere figli. Sicuramente per lo stress mi dicevano. Ma dopo 5 anni di matrimonio rimasi incinta. Fu tanta la nostra commozione. Dio mi aveva regalato un dono fantastico! Partorii una bimba di quasi 5 kl e ricordo ancora come tutti la guardavano estasiati e sorpresi. Era proprio bella, proprio come ora. Dopo il secondo anno della piccola mio marito partì per lavoro. Da quel momento la nostra lontananza durò 10 lunghi anni in cui i litigi si facevano sempre più forti. Mio marito non mi ha mai capita in realtà e questo faceva nascere incomprensioni. Arrivammo fino al punto di lasciarci, non poteva continuare così. Intanto, io ero a casa mia tra le mie cose, il mio lavoro, la mia bimba, i miei genitori e la mia voglia di scoprire la vita. Dentro di me rimase quel fascino inspiegabile del velo. Su instagram postavo molte foto col velo per il semplice fatto che mi piaceva quel tocco di mistero ma non associavo ancora nessun significato religioso seppur ero a conoscenza delle donne musulmane che lo portavano per fede. Nel frattempo, i telegiornali parlavano di attacchi terroristici, di Islam, di donne costrette alla violenza e sottomesse al velo… Eppure qualcosa dentro di me mi diceva di scavare dentro quella religione. Cosa poteva esserci di cosi pericoloso nel Corano? Davvero l’Islam era quello descritto dai media? Cosa potevo fare per prendere di petto l’argomento da più vicino? Decisi di iscrivermi a diversi gruppi di Islam su fb ma ancora prima cominciai a navigare su internet per cercare interviste di musulmani o di italiani convertiti all’Islam. Ne cercavo il motivo. Con occhio critico guardavo il profilo umano del profeta Muhammed (pace e benedizione su di lui) e non mi piaceva per niente. Lo vedevo ai miei occhi più vicino alla figura di un pedofilo. Da un lato ero immersa dalla curiosità, dall’altra parte criticavo la figura del profeta.
Vidi molte interviste su youtube rimanendo affascinata, c’era qualcosa di esotico in tutto questo, lo ammetto. La mia ricerca si fece più assidua nei gruppi di fb. Cominciarono ad arrivare amicizie di fratelli e sorelle con cui parlavo io dal mio punto di vista cattolica, loro da musulmani. Cercavo qualcosa nelle loro risposte. Ma cosa? La verità. Ecco. Dentro di me sentivo il bisogno di una verità. Conobbi un fratello che ad un certo punto mi disse… Se vuoi ti posso inviare dei libri islamici in italiano e tu stessa capirai.
Io felice acconsentii. Mi inviò 8 libri che lessi, studiai attentamente. Ci fu un libro che mi colpi’ molto… Muhammed il vero successore di Cristo.
Ma come è possibile? Mi dicevo. Lessi quel libro di botto e più leggevo più la mia meraviglia cresceva. Stupore, ecco cosa provai. Il libro descriveva dettagliatamente come il nome di Muhammed fosse scritto nella Bibbia già da tempo. Il mio mondo era crollato. La chiesa e tutto quello che sapevo sul cattolicesimo si era sgretolato a poco a poco. 8 libri in cui la figura di Gesù si faceva più chiara e nettamente distinta da Dio. Sentivo il mio cuore battere. Ma cosa avevo creduto fino a quel momento? Smisi di fare la coroncina con la mia amica ogni sera. Non mi sentivo più di farla. Smisi di andare in chiesa. Non mi sentivo più di andare. Ormai mi si era aperto un mondo e volevo continuare la mia strada. Studiai per ben nove mesi su quei libri, nel frattempo me ne inviò altri 10. Ormai ero troppo dentro l’Islam. Cominciai a fare Duaa, non sapendo ancora pregare. Comprai il Corano. Lessi le prime pagine. Mi sembrava di tenere in mano un tesoro. Sentivo di dover chiedere scusa a Dio per non aver pregato direttamente Lui. Chiesi scusa a Gesù per non aver intuito e capito chi era la sua figura veramente. Una sera confidai a mio marito per msg che volevo visitare una Moschea, se lui poteva portarmi in Moschea appena sarei salita al nord. Intanto mi ero riconciliata con mio marito, avevamo comprato casa nuova e a breve mi sarei trasferita anche io al nord con la bambina. Lasciai ovviamente il mio lavoro per seguire mio marito, l’unione della nostra famiglia. Io, lui e la bambina. Un giorno, chiacchierando con una sorella conosciuta su fb, le dissi… Sono pronta! Voglio fare la shahadah! Ero felice di aver scoperto la verità, e volevo rendere atto della mia testimonianza a Dio. La mia amica si propose e mi disse… Se ti fa piacere puoi pronunciare la tua shahadah con me. L’emozione cresceva. Ci demmo appuntamento per le due sere successive tramite webcam poiché la mia amica italiana musulmana si trovava in Arabia Saudita. Così quella sera mi sedetti sul divano, presi l’hijab che comprai qualche giorno prima e lo misi in testa stando attenta ad avere tutti i capelli coperti. Vi sembrerà strano ma mi sentivo bene con me stessa. La mia amica mi fece pronunciare shahadah dietro di lei. Pianse lei, piansi io.
L’indomani mi programmai la sveglia sempre con gli orari di Muslim pro per poter fare Duaa al mattino presto fino alla sera tardi. Dovevo in qualche modo abituarmi prima di imparare a pregare. Arrivò il giorno della mia partenza. Mi trasferii al nord nella nuova casa. Trascorso qualche giorno presi appuntamento con l’Imam della Moschea più vicina per fare shahadah anche in un luogo sacro davanti la mia famiglia, mio marito, mia figlia. Fummo alla Moschea e nel tragitto c’era tensione. Non mi piaceva quella sensazione. Era l’inizio di una serie di brutte cose. Mio marito trasformò quel giorno nel più brutto per me. Il mio desiderio di fare shahadah pure in Moschea si era trasformato in una tragedia. Mio marito sconvolto per aver indossato un velo e per essere stata in contatto con stranieri. Mi è parso razzista. Che dispuacere. Usciti dalla Moschea, entrammo in auto e lui mi disse freddamente…. Mi spiace, tu hai fatto la tua scelta ed io non voglio stare con una musulmana. Meglio lasciarci. Ho sbagliato a comprare casa e a farti venire qui.
In un attimo mi crollò il mondo addosso, mi sentii male per strada, dovevo vomitare. La bambina straziata in un fiume di lacrime. Arrivammo a casa e arrabbiatissimo chiamò al telefono subito i miei genitori che rimasero di ghiaccio alla notizia che ero diventata musulmana. Dovevo essere io a dirglielo, a trovare il momento e le parole giuste ma lui con cattiveria e schifato spiattello’ tutto. I seguenti giorni furono di una tristezza infinita. I miei genitori e i miei fratelli che continuavano a chiamarmi per dire che avevo scelto una religione pericolosa e che dovevo pensare all’isis. Mi provocarono rabbia. Bloccai il telefono diverse volte. Stavo troppo male. Più passarono i giorni più le acque si calmarono in casa. Io dopo quel giorno in Moschea, presi l’hijab e lo conservai nel cassetto. Non lo presi più e non parlai più di Islam davanti a mio marito ma dentro e fuori di me continuavo ad essere musulmana. Arriviamo ad oggi, le cose tra me e mio marito sono cambiate in meglio, certo lui è rimasto sempre col suo pensiero ed io col mio ma siamo scesi in silenzio a compromessi. Ebbene si per amore di tenere una famiglia unita si deve fare. Quel che è certo che sono fiera tutt’oggi di essere musulmana. Lo sono diventata a luglio, da poco e spero che l’emozione che ho dentro rimanga per sempre. In shaa Allah

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Mohamed Barakat

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